mercoledì 17 settembre 2008

La ninna-nanna infernale

Sei l'eterno dolore che marcirà in me silenziosamente.

Bisogna sanguinare in silenzio: è inutile piangere. Le lacrime non commuovono nessuno.
Siamo delle bestie, l'uomo è un animale. Non servono troppe speculazioni, filosofie, studi, esperimenti per capire la natura dell'umanità.
L'uomo è superiore alla bestia perché riconosce di essere uguale alla bestia. Solo per questa ragione è migliore degli altri animali.
Quindi tutte quelle lacrime, quei pianti, quel digrignare i denti, alzando gli occhi al cielo, maledicendolo e bestemmiandolo, tutta la ricerca della felicità al di fuori della contingenza, sono cose senza senso, inutili, vane: servono solamente a placare quella chimica maledetta che ci porta negli stati di depressione più assurdi.
Bisogna aprire gli occhi e capire che le nostre preghiere fanno ridere le rondini, che le nostre suppliche non vanno oltre le rondini, al di là del campanile bruciato dal fuoco del tramonto.
L'unica freschezza è rimasta la consapevolezza di essere animali: né più, né meno. Solo che la gente non vuole rivelare la propria vera natura, perché si sente migliore, intelligente, sensibile. Balle, luride balle.
Se ogni uomo sputasse fuori tutto quello che ha dentro allora torneremmo nelle caverne a mangiare carne cruda, torneremmo alla nostra essenza più schietta.
Tutto quello che succede da millenni, tutta l'evoluzione dell'uomo è antinaturale, è contro natura. L'uomo ha costruito terrificanti schemi mentali che gli hanno permesso di volare. Eppure, questa stessa disciplina lo ha chiuso funestamente dentro quattro mura anguste e forti, dove egli non riesci a muoversi davvero. Però si gloria di questa sua casupola che sembra essere la vita vera... Si gloria? Forse no, forse è solo paura.
La paura sconcertante di non poter essere una bestia. L'uomo vuole volare perché ha paura della terra. Questa è la cosa più turpe, spaventosa, l'impedimento più agghiacciante che si possa immaginare. E allora c'è bisogno di innalzare i propri sentimenti, la propria intelligenza, perché non si può essere come la scimmia, bisogna trovarsi un gradino sopra queste belve, anzi mille gradini al di sopra. E il baffuto tedesco ha aggiunto anche che arriverà l'avvento di colui che è mille gradini sopra l'uomo stesso, e quindi duemila gradini più in alto degli animali. Ma certo, ma certo...
Fratelli, il superuomo fugge dall'uomo in maniera del tutto negativa. Egli scappa dalla terra per volare nel cielo e commentare con orgoglio malsano la piccolezza di coloro che gli sono lontani. Ma così facendo rinnega la sua vera natura, solo perché è terrorizzato da questa giungla atroce. Si allontana dal terreo leone perché teme di essere sbranato.
Non tutti hanno la fortuna di poter essere come il cane, la capra, il leone, di poter combattere il leone, la tigre, il rinoceronte, il coccodrillo.
E quindi via con filosofie eteree, con costruzioni e costrizioni mentali per autoconvincersi di poter vivere ancora su questa terra affamata.
E' paura! Nient'altro!
Ah, se tutti fossero forti! In che bel mondo vivremmo! Pieno di sangue di terra di sperma di solitudini spaventose! Si scoperebbe per strada e la terra sarebbe rinvigorita tutta intrisa di sperma di sangue di umori vaginali!
La vera essenza dell'uomo è quella terra fertile! La vera struttura dell'umanità è quella terra collosa, quel miscuglio di globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, plasma, liquido seminale, spermatozoi e ovuli non fecondati!
Quanto sarebbe terribilmente affascinante la vita, così immersa nella solitudine vorace della cattiveria.
Immagino le gole sgozzate, i crani fracassati, le guerre combattute con le lance, con le pietre, con le mani indurite nello scavare la terra. Immagino la carne cruda e l'uomo che la dilania coi denti, l'uomo che mangia l'uomo, l'uomo che ammazza l'uomo, l'uomo che distrugge, che spezza il collo al leone, e il cielo grigio di terra fumante, le nuvole spruzzate di sangue, i vulcani bestiali bruciare tutti i corpi informi, calamità naturali incontrollabili che lasciano vivo solo il più forte, il più forte che squarta il debole, che ruba la donna al debole, il gemito della donna che gode il forte e che partorisce il forte, l'estinzione dei deboli, il giorni del regno dei forti, il mondo pieno di creature umane che sanno combattere, uccidere, scopare, distruggere tutti gli dei, tutte le religioni balorde, le falsità immonde che dilaniano il loro animo vigoroso, le falsità dolci che permettono oggi a questa gente delicata di respirare ancora.
Liberiamoci dalle assurde costrizioni: uccidiamo scopiamo beviamo ruttiamo vomitiamo per le strade tutto quel veleno assurdo che abbiamo in corpo. Forse così facendo raggiungeremo pure l'eternità: i minuti, i giorni, i mesi, le stagioni non significheranno più niente. Senza veleno non si muore. Vivremo solo in lotta continua: ogni momento sarà pericoloso per nostra vita, ma questa sarà degna di essere vissuta.

Mi affaccio alla finestra e vedo il mondo. Ordinato, quieto, sereno...a dispetto di quello che si dice in questi giorni: si parla di guerre, carestie, tragedie, ma non esse sono nulla, se non il vivere quotidiano.
Il nostro mondo è pacifico, fatto di strade che incrociano altre strade, di geometrie perfette che formano le città, di gente per bene che ogni mattina si alza, dà un bacio e vive i propri giorni. Sì, è fatto anche di gente che fa la guerra e che uccide, che semina sangue, ma che alla fine piange, si dispera e prega perchè tutto finisca.

Un mondo fatto per gente debole, che marcisce con tranquillità, fatto di budella che coprono fiumi di lava nevrotici, furibondi, irrequieti di bruciare gli alberi, le piante, le costruzioni, il cielo, le carni, di sprigionare tutti i demoni putrescenti dalle viscere della terra per ribellarsi luciferamente a questo ordine falso e ipocrita e ribaltare il senso delle cose ritornando al valore originario dell'universo, al fine di non vedere più case e luci ma caverne e torce, per non sentire più equilibrismi verbali, poesie e canti ma urla grida e bestemmie, affinchè non si apprezzi più l'arte celestiale di quadri e sculture, ma quella macabra di stomachevoli cadeveri in decomposizione.

Quei demoni che sono in noi e che abbiamo fatto addormentare con una triste ninna-nanna: una ninna-nanna chiamata evoluzione.
Una ninna-nanna infernale affinché il diavolo dorma, affinché non si svegli.

Perché il diavolo ti uccide se non puoi essere cattivo.